di Celeste Maisto
Qualcuno una volta mi ha detto che il posto più utile per posizionare il terzo occhio è il dito. Sul dito, sì, perché sarebbe l’unico modo per guardarsi intorno ma anche dentro – infilandolo in bocca fa un po’ scena Esplorando il corpo umano ma la metafora è comunque potente.
Ecco, potrei dire che durante questi ultimi mesi ho attraversato diverse fasi – e me ne aspetto ancora – tra cui oggi vivo quella del terzo occhio sul dito.
Ma partiamo dal principio.
Fu fine febbraio quando magicamente mi ritrovai al tavolo della cucina armata di cuffie di fronte al mio PC a ricreare una simil postazione di lavoro: meraviglioso.
Cioè poter lavorare in pigiama, fumare in ufficio, mettere le dita nel naso durante i meeting.. una favola.
Anche perché, parliamoci chiaramente, per una pigra e un po’ sociopatica come me, cosa ci può essere di più meraviglioso che stare tra le quattro mura conosciute, con profumi ed odori rassicuranti senza essere costretti a fingere sorrisi e contenere smorfie? Poco, direi.
Ebbene, il primo mese è passato così: nel mio guscio comodo, con un po’ di mal di schiena da postura scorretta – ma ahimè qui colpa anche della vecchiaia.
Dal primo si passò al secondo che sancì il suo inizio con la guerra del lievito. Fu allora che mi venne una maledetta voglia di competere con quanti si cimentarono nella miglior pizza fatta in casa. Che poi il segreto della pizza sta nella lievitazione. Allora curai i miei panetti con lievito madre per 48 ore di fila, coprendoli, guardandoli, annusandoli esercitando tutto il mio istinto materno su di loro. Pizza fu. Per 3 giorni di fila: santissimo carboidrato.
Ma il santissimo carboidrato ha degli effetti disarmanti sul mio corpo da sempre abituato a proteine e fibre; ed allora fu DIETA.
Riassumendo le prime fasi con un paradigma televisivo: Fase 1: Pazzi per la spesa ; Fase 2: Masterchef ; Fase 3: Obesi, un anno per rinascere.
Mentre il mio corpo risentiva di queste nuovi abitudini, la mia testa si rifugiava sempre di più in un mondo un po’ in ombra.
Scene drammatiche del passato, sensazioni di stress ed ansia improvvisa, voglia di solitudine e basta: benvenuto il melodramma.
Fu allora che pensai al terzo occhio sul dito: in questa sospensione fisica ed emotiva, ho cominciato a pensare che gli ultimi tempi li ho passati a distrarmi, a distrarmi da me. Ma cos’è davvero soddisfacente? Qual è il desiderio più profondo? Insomma si sono accelerate le crisi esistenziali. Risparmio gli infiniti voli pindarici – leggi pippe mentali – ma alcuni punti fermi li ho raggiunti, almeno 3:
· Come si sta bene a casa mia
· Da grande voglio sentirmi utile – davvero
· In video vengo bene anche con la ricrescita
Così passano le giornate e la mia concentrazione è sempre sull’Oggi però volendo fare un po’ di pronostici vedo un difficile ritorno ad una – nuova – normalità, almeno per me. Per il resto: Boom di divorzi e nascite e tante, tante opportunità per gli psicologi.