di Giuseppe D’Alessandro

Cristoforo Colombo, per me sempre e’ stato e rimane di Genova. Per alcuni latini è considerato Portoghese. Maradona è stato un idolo del calcio Italiano. Per i latinoamericani è trattato come un povero drogato e corrotto. Come è difficile capire chi ha realmente ragione.
Dall’alto o dal basso (a seconda delle prospettive) dei miei 47 anni sono arrivato alla conclusione che tutto dipende dal proprio punto di vista e riuscire, anche se a volte è veramente difficile, a rispettare quello degli altri.

Ho viaggiato molto e visto e assaggiato diverse culture però alla fine quello che più mi rimane impresso è l’orizzonte dei sogni, almeno così lo chiamavo da piccolo. Era quell’orizzonte che scorgevo dalla mia finestra della soffitta di Stigliano verso i monti di Gorgoglione. Lì io credevo che finisse un mondo e ne iniziava un altro da dover esplorare ed a cui ambire per potersi migliorare.

Oggi inizio a credere che il vero, autentico e unico mondo che mi ha riempito di gioia e felicità è stato quel mondo della mia infanzia davanti a quei monti. La autentica e genuina vita di un paese e di gente pulita, limpida, piena di valori, di saggi proverbi, di tanta saggezza tratti dalla vita dove si respira la cultura contadina. Ed è da lì che io vengo e me ne vanto.
Orgoglio e ricchezza della mia vita sono e saranno le persone anziane, le persone adulte che mi hanno cresciuto, che mi hanno insegnato, che mi hanno fatto credere e sognare in un mondo autentico. Ho incontrato gente semplice, idoli della mia vita che hanno inculcato in me i valori umani del rispetto, della solidarietà, della fede. Oggi li ringrazio tutti iniziando da mio nonno Giuseppe che è stato come un padre per me. Tutti gli avventori del bar di zio Peppe Oramai, Felice, Ninuccio, Martino, Ruggero, zia Antonietta e zio Salvatore. Che bello poter ricordare di chi ha segnato la tua infanzia e continua ad essere la memoria dei propri ricordi. Ed è a loro che rivolgo il mio sorriso quando scruto l’orizzonte.